Via Donizetti 115 S.Sisto - 06132 Perugia
Se un cittadino decide di disporne la cremazione per le proprie spoglie, sono a sua portata di mano tutte le informazioni utili sulle pratiche burocratiche e sulle modalità di esplicitazione della precisa volontà, oltre a risposte su domande che all’uopo inevitabilmente si pongono?
Per legge i Comuni dovrebbero provvedere a fornire ai cittadini residenti le informazioni sulle diverse pratiche funerarie previste dall’ ordinamento, anche con riguardo ai profili economici.
Ma in pratica ciò avviene? E con quali strumenti?
Dopo secoli di oscurantismo, tanto da essere pratica relegata nella sfera di mera libertà dell’individuo, la cremazione diventa tema di discussione nell’attualità di concretezze date dall’evolversi delle esigenze della società, di carattere urbanistico, igienico ed ecologico.
Non per niente i cimiteri dei grandi agglomerati soffrono degli stessi problemi di densità delle città, con le conseguenti carenze di alloggi anche per quella che dovrebbe essere l’ultima dimora.
Solo in tempi recenti, con varie fasi legislative, l’ordinamento italiano ha equiparato la cremazione all’inumazione in campo comune, elevando tale pratica al rango di diritto riconosciuto e garantito all’individuo, statuendo, nell’ambito delle sue competenze, ciò che già nel ‘63 la Chiesa cattolica, per la sfera religiosa, aveva fatto dichiarando la legittimità della pratica, eliminando così il presupposto delle antiche polemiche Anticlericali.
La difesa dei valori etici e sociali della cremazione nei confronti delle istituzioni per per l’eliminazione degli ostacoli legali, burocratici ed economici che si frappongono alla sua diffusione, insieme alla tutela del diritto di scelta di tale rito e alla sua divulgazione per i valori che lo ispirano, sono gli impegni che tutte le Associazioni per la Cremazione portano avanti nel perseguimento dei loro scopi statutari.
Questo è il senso dell’associazionismo cremazionista moderno che, restando tuttora esempio di nobile volontariato civile, dà voce a tutte le problematiche persistenti sul tema, compreso l’ essere fondamentale punto di riferimento attraverso il quale trovare risposte in materia.
L’Associazione per la Cremazione di Perugia, senza scopo di lucro con personalità giuridica di diritto privato, giusto riconoscimento con Decreto del Presidente della Giunta Regionale dell’ Umbria del 14 giugno 1989, in pochi anni, senza particolare attività di divulgazione e proselitismo, conta oggi quasi mille iscritti, dai trentacinque che erano all’epoca della sua costituzione.
Nel perseguimento degli scopi statutari, ha deciso di ospitare a Perugia un convegno con l’obiettivo di mettere in luce le varie ed attuali problematiche che storicamente pertengono all’argomento cremazione, nell’ambito di una campagna di informazione della pubblica opinione del territorio in cui opera.
Convegno
PERUGIA, 14 giugno 2003 – Hotel Plaza
Inizio Lavori ore 9,00
Saluto Avv. SILVIA CUTINI
Assessore ai Servizi Cimiteriali del Comune di Perugia
Coordinatore Avv. GIACOMO BORRIONE
Consiglio di amministrazione dell’Associazione per Ia Cremazione di Perugia
PROF. ANNA MARIA ISASTIA
Docente di Storia Contemporanea presso Ia Facolta di Lettere e Filosofa dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
“Storia della cremazione in età moderna”
PROF. GIANCARLO BARONTI
Docente di Storia delle tradizioni popolari presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università degli Studi di Perugia.
“La realtà del corpo dopo la morte. Dati folclorici umbri”
DON SERGIO MESSINA
Assistente religioso della Casa di Cura Villa Cristina di Torino
“Per una spiritualità della cremazione”
Coffee break ore 11,30
DOTT. AMBROGIO VAGHI
Vice Presidente della Federazione /taliana per Ia Cremazione
“L’evoluzione normativa della cremazione negli ultimi 40 anni (1963-2003) – Scopi e ruolo della F.l.C.”
DOTT.SSA MARINA SOZZI
Direttore scientifico della Fondazione Ariodante Fabretti – Torino
“Quale rito per la cremazione?”
Chiusura lavori ore 13,00
Anna Maria Isastia
SINTESI DELL’INTERVENTO DELLA PROF. ANNA MARIA ISASTIA
L’esaltazione dello sviluppo tecnico-scientifico – che rafforza la ottocentesca fede nel progresso insieme al nuovo ruolo che la società del tempo assegna ai medici e alla medicina, sono tra le più forti motivazioni per capire la nascita e lo sviluppo del paradigma cremazionista ne1I’Italia della seconda metà del XIX secolo.
Il concetto di cremazione dei corpi rompe tutti i più consolidati schemi mentali e culturali in una Italia appena uscita dalle guerre risorgimentali. La cremazione fa irrompere il concetto di uguaglianza nella morte, propone una alternativa alla ritualità cattolica, impone la secolarizzazione dei camposanti (luoghi consacrati e riservati ai defunti cattolici) che si avviano a diventare cimiteri (vale a dire luoghi aperti a tutti i cittadini). Fondamentale è stato il ruolo ricoperto dalle Società per la cremazione dei cadaveri che sono sorte numerose in Italia proprio per diffondere questi nuovi valori e propagandare il progetto di una società nuova.
Un piccolo gruppo di scienziati, di politici, di uomini di cultura, di patrioti – tra cui il perugino Ariodante Fabretti – hanno proposto e imposto all’Europa non solo un idea, ma anche la sua fattiva realizzazione pratica.
L’idea cremazionista si é infatti sviluppata in Italia e qui sono state fatte le sperimentazioni che hanno portato alla realizzazione dei primi forni crematori. Non stupisce che la dirompente modernità di questi innovatori si sia scontrata con l’ostilità del mondo cattolico che ha risposto con una fiera opposizione e poi con la scomunica, che ha in pratica impedito qualunque ulteriore sviluppo fino a1 1963 quando Paolo VI ha finalmente reso lecito anche per i cattolici italiani questo sistema di conservazione dei cadaveri che e una prassi ormai consolidata in tanti paesi.
La storia d’Italia si può studiare anche attraverso la diffusione della pratica cremazionista nelle diverse regioni – ieri e oggi – e attraverso i rapporti tra le Socrem e le amministrazioni comunali.
ANNA MARIA ISASTIA
Anna Maria Isastia è professore di Storia Contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
E’ studiosa dei movimenti della sinistra democratica dalla seconda metà dell’8OO ai primi decenni del ‘900; di storia della massoneria; di storia militare; di storia delle donne. E’ vicepresidente della Società italiana di storia militare. Responsabile del Centro studi e ricerche dell’Associazione Nazionale Reduci dalla prigionia e dai campi d’internamento.
Collabora all’ Educational Project di Alinari On-line per il settore Storia militare. Componente del Consiglio scientifico e segretaria del C.I.S.DO.S.S. (Centro interuniversitario per gli studi sulle donne nella storia e nella società). Fa parte del comitato di redazione della rivista “Dimensioni e problemi della ricerca storica “.
Pubblicazioni sulla cremazione
“Appunti per una storia della cremazione”, Agorà, a.II, n.IV, novembre-dicembre 1997, pp. 29-31; seconda parte, Agorà, a.III, n. 1, gennaio-marzo 1998, pp. 17-18.
La massoneria e il progetto di ‘fare gli italiani”, in La morte Laica. Storia della cremazione in Italia (1880 – 1920), Torino, Paravia, 1998, pp. 179-271.
La laicizzazione della morte a Roma: cremazionisti e massoni tra Ottocento e Novecento, “Dimensioni e problemi della ricerca storica”, 2, 1998, pp. 55-97.
Tra le pubblicazioni più recenti di Anna Maria Isastia
Le donne nelle Forze armate italiane. Diritto o dovere? Roma, Edizioni A.N.R.P., 1999.
Soldati e cittadini. Cento anni di Forze armate in Italia, Roma, Stato Maggiore della Difesa – Alinari, 2000.
Voci sulla storia della massoneria italiana per l’Encyclopédie de la franc-maçonnerie, sous la direction d’Eric Saunier, Paris, Hachette, 2000.
Uomini e idee della massoneria. La Massoneria nella storia d ‘Italia, Roma, Atanor, 2001.
Democratici italiani e pacifismo ottocentesco, 2002, www.europlace.org
Donne ottimiste. Femminismo e associazioni borghesi nel Otto e Novecento, Bologna, Il Mulino, 2002.
Giancarlo Baronti
SINTESI DELL’ INTERVENTO DEL PROF. GIANCARLO BARONTI
Nella concezione popolare profonda che si rivela nei dettagli dei rituali funebri e nel contatto onirico, la morte biologica non prelude ad una esistenza puramente culturale, l’aldilà folclorico non sembra essere molto dissimile dal mondo quotidiano in cui l’individuo ha condotto la propria esistenza terrena. Gli oggetti inseriti all’interno della bara, le “richieste” assillanti che i morti esprimono in sogno ai superstiti mostrano che la vita ultraterrena si articola su un fantasma somatico dotato di spessore materiale.
GIANGARLO BARONTI
Giancarlo Baronti è professore di Storia delle tradizioni popolari presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia. Dal giugno 1987 al giugno 1996 ha ricoperto l’incarico di direttore scientifico del Centro di ricerca e documentazione sull’artigianato dei ferri taglienti di Scarperia (Fl). Dal settembre 1993 ricopre l’incarico di direttore scientifico del Museo della pesca del Iago Trasimeno di San Feliciano (Magione, PG) del quale ha curato, in collaborazione con l’A.L.L.I. (Atlante Linguistico dei Laghi italiani), l’allestimento della nuova sede. Dal dicembre 2002 ricopre l’incarico di presidente del Centro di documentazione delle tradizioni popolari di Città di Castello.
Attività scientifica:
L’attività di ricerca scientifica si è progressivamente orientata verso l’analisi dei processi culturali connessi alle dinamiche del controllo sociale e della criminalità nella nostra società, sia in epoca moderna sia in epoca contemporanea.
Dal 1995, nell’ambito di una ricerca finanziata dal C. N. R. (Strumentazione metodologica e tecnica per la catalogazione/schedatura di oggetti del patrimonio popolare tradizionale riferito alla protezione magico-religiosa di persone e beni) e per incarico dell’Istituto di Etnologia e antropologia culturale cui afferiva prima dell’istituzione del Dipartimento Uomo & Territorio, ha provveduto alla catalogazione e alla schedatura informatica della collezione di amuleti raccolta, tra fine Ottocento e inizi Novecento, da Giuseppe Bellucci e conservata presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria di Perugia. Nel luglio 2000 ha curato l’esposizione permanente di oltre duemila oggetti di provenienza italiana e di interesse demologico che costituiscono la parte più importante della collezione.
Pubblicazioni:
La funzione dello stereotipo del criminale nell’ambito dei processi di controllo sociale, “La Questione Criminale”, IV, 2, maggio-agosto 1978, pp. 253-294
Sociology of Law and the Problematic of the Social Sciences in Italy (in collaborazione con Tamar Pitch), “Law and Society Review”, XII, 4, Summer 1978, pp. 655-684
Omicidio e mutamento sociale. Ipotesi per una ricerca sui reati di sangue nell’Umbria post-unitaria, “Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia. Università degli Studi di Perugia”, Nuova serie vol. II, sezione seconda: studi storico-antropologici, 1978-79, 23 pp.
I segni del potere. Fenomenologia dell’ archivio giudiziario, “La Questione Criminale”, VI, 1, gennaio-aprile 1980, pp. 47-62
Pratiche terapeutiche spettacolari nel rito dell’ esecuzione capitale, pp. 125-148 in Vitale Marina – Scafoglio Domenico (curatori) La piazza nella storia: eventi, liturgie, rappresentazioni, Atti del convegno, Salerno, dicembre 1992, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1996, 422 pp.
Credenze e pratiche relative alla protezione magico-religiosa contro il fulmine e la grandine dalla collezione di amuleti “Giuseppe Bellucci”, pp. 39-89 in “..né porcherie né acque rie..” Forme di protezione magico -religiosa contro il fulmine e la grandine dalla collezione di amuleti “Giuseppe Bellucci”, Catalogo della mostra a cura di Giancarlo Baronti (Perugia l2 aprile – 14 maggio 1995), Perugia, Volumnia Editrice 1995, 91 pp.
Santuari e luoghi di culto mariano attorno al Iago Trasimeno, pp.311-338 in Itinerari del sacro in Umbria, a cura di Mario Sensi, Firenze, Octavo, 1998
La cultura popolare e tradizionale, pp. 51-59 in Umbria, Guida rossa del Touring Club Italiano, Milano Touring Editore, 1998
Dal paese della fame alla città di Cuccagna. Penuria e abbondanza alimentare nel mondo popolare rurale in Umbria, pp. 9-29 in Umbria. Sapori e saperi, Perugia, Regione dell’Umbria, 1999
Le sembianze del male. Precarietà della presenza umana e risorse di salvezza, Catalogo della mostra a cura di Giancarlo Baronti (Corciano 5-26 agosto 2000), Perugia, 2000, 118 pp.
Paul Scheuermeier. Parole e cose dell’ Umbria contadina (I924-I930), a cura di Giancarlo Baronti e Carla Gambacorta, Foligno, Editoriale Umbra, 2000, 160 pp.
La morte in piazza. Opacità della giustizia, ambiguità del boia e trasparenza del patibolo in età moderna, Lecce, Argo, 2000, 416 pp.
Le macchine del santo. Allegoria e tradizione nei Pugnaloni di Allerona, Terni, Provincia di Terni, 2001, 64 pp
Don Sergio Messina
SINTESI DELL’INTERVENTO DI DON SERGIO MESSINA
Diamo una definizione di spiritualità.
Essa e la consapevolezza che di fronte alle domande fondamentali della vita (perché vivo, perché soffro e perché muoio) ogni giorno in noi si consolida una risposta soggettiva e personale che indirizza e permea di senso il proprio concreto e limitato esistere.
II valore spirituale della cremazione.
In sé la cremazione non ha una valenza spirituale molto differente dall’inumazione. In realtà soprattutto in Italia la richiesta della cremazione è stata interpretata come mancanza di fede e disprezzo delle leggi della Chiesa Cattolica. Non per nulla molti eretici sono stati bruciati sia da vivi che da morti.
Riflessioni sulla cremazione.
Scegliere la cremazione significa guardare in faccia la realtà della propria morte. Significa obbligarsi a non delegare ad altri ciò che ci riguarda e che dobbiamo decidere con cognizione cli causa e coscienza. La cremazione aiuta a non dare per scontato il fatto che altri possano decidere per me cosa fare al momento della mia morte. Essa è una opportunità per svuotare i riti di frasi scontate e di formulari risaputi e per riempirli di ricordi del defunto.
DON SERGIO MESSINA
Ordinato sacerdote nel I973.
Laureato in lettere all’Università di Torino il I 7 ottobre 1977.
Dal 1977 al I980 insegnante di lettere e vicepreside della scuola media S. Giuseppe di Rivoli.
Dal 1980 al 1995 assistente religioso dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.
Dal 1996 al 2002 assistente religioso dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino.
Dal 2003 assistente religioso della Casa di Cura Villa Cristina di Torino.
Nel 1980 fonda la “Comunità l’Accoglienza” dove nell’arco di una quindicina di anni vengono accolti in affidamento 27 minori, ospitati parecchie famiglie di bambini malati di tumore ricoverati al Regina Margherita di Torino e una ventina di extracomunitari.
Dal 1982 insegna etica professionale nella scuola infermieri professionali in parecchi ospedali di Torino e cintura e nella scuola per educatori professionali (FIRAS).
Dal 1987 è animatore dell’associazione “Comunità l’Accoglienza 0nlus” che dal 1990 ha dato inizio ad una collaborazione economico – educativa col Brasile, inviando volontari, attivando 500 adozioni a distanza e partecipando alla costruzione di strutture educative.
Dal I993 si impegna con altri membri dell’associazione a realizzare in Piemonte, sul modello anglosassone, un hospice, una casa per malati terminali, partecipa alla formazione attraverso l’organizzazione di corsi “Vivere il morire” e seminari “La solitudine del morente”, promuove un servizio di assistenza domiciliare convenzionato con I’ASL 6, fonda un “Centro di documentazione e ricerca sulle cure palliative” a Cirié.
Da parecchi anni partecipa come relatore a dibattiti, conferenze e corsi soprattutto nel campo etico sanitario e dell’accompagnamento ai morenti.
Pubblicazioni
Sergio Messina, Il valore che l’etica richiama nell’emergenza/urgenza, in Il Saper essere dell ’infermiere nell’ emergenza e nell’urgenza, A&C Comunicazione, Torino 1993, pp. 85-89;
Sergio Messina, La sofferenza. Provocazione per la fede e per la vita, in Famiglia domani, 2/1996, pp. 42-51
Sergio Messina, Rischio e angoscia di morte, in A. Mela, N. Piccinini, P. Vineis (a cura di) Rischio e ambiente, Otto srl, Torino 1999 , pp. 215-236
Sergio Messina, Vivere il Morire, Effata, Cantalupa 2000
Sergio Messina, Per un ’etica della riabilitazione, in G. N. Valobra (a cura di), Trattato di Medicina
Fisica e Riabilitazione, UTET, Torino 2000, p.2279-2284
Sergio Messina, Vivere il nostro morire, in Livia Crozzoli Aite, (a cura di), Sarà così lasciare la vita?,
Figlie di San Paolo 2001, pp. 236-244.
Sergio Messina, La spiritualità della cremazione, in Confini Torino 1/2002, pp.18-19
V. Gabutti, L. Grassi, S. Messina, MEDICINA CLINICA Basi Biologiche Diagnostica Terapia,
volume 9, cap. XXXV ( Le cure palliative), C.G. Ed. Medico Scientifiche, Torino1991. 18° aggiomamento, giugno 2002.
Sergio Messina, Esperienze di sostegno ai genitori, in Livia Crozzoli Aite, (a cura di), Assenza, più acuta presenza, Figlie di San Paolo 2003, pp. 204-214.
Ambrogio Vaghi
SINTESI DELUINTERVENTO DEL DOTT. AMBROGIO VAGHI
I passaggi storici della normativa della cremazione in Italia vengono esaminati in profondità, con una attenzione sugli ultimi 40 anni perché è dal I963 che la Chiesa Cattolica mitigò le condizioni ostative contenute nel Codice Canonico del 1917.
La relazione analizza i quattro Regolamenti di Polizia Mortuaria emessi dal 1892 fino a quello del 1990 in vigore che introduce la richiesta della cremazione, in mancanza di disposizione testamentaria, da parte dal coniuge e, in difetto, dal parente più prossimo.
Nel 1987 la legge n. 440 ha stabilito la gratuità del servizio di cremazione, mettendone i costi a carico dei Comuni di residenza. Nel 2001 questa norma viene sconvolta da una legge che elimina la gratuità. Due scuole di pensiero si confrontano: quella delle SOCREM, il cui parere è stato condiviso da Amministratori di centinaia di Comuni che hanno giudicata negativamente questa legge e, in norne dell’autonomia finanziaria comunale, hanno deliberato a livello locale gratuita o sconti di tariffa; quella di altri Comuni che applicano integralmente le tariffe ministeriali e ritengono le tariffe una variabile indipendente ai fini dello sviluppo della cremazione.
Nel 2001 è emanata la legge 30 marzo Z001 n. 130 “Disposizioni in materia di cremazione e di dispersioni delle ceneri”, fortemente voluta dai cremazionisti italiani riuniti attorno alla FIC e sostenuta dai Comuni italiani, dalle rappresentanze degli Enti Locali e dalle organizzazioni ambientaliste. Finalmente la dispersione delle ceneri non sarebbe più stata reato penale e la conservazione sarebbe stata ammessa anche fuori dai cimiteri.
Ma la legge 130/2001 rimane a due anni di distanza incompiuta. La lista degli inadempienti è lunga: le Regioni che non hanno varato i piani regionali per la realizzazione di nuovi crematori, i Comuni e i medici che non offrono sufficienti informazioni ai cittadini sulle forme di sepoltura, il Ministero della Salute che non ha provveduto entro i sei mesi prescritti dalla legge ad emanare il nuovo Regolamento di Polizia Mortuaria.
Finalmente il 7 marzo 2003 il Consiglio dei Ministri ha approvato un Disegno di legge predisposto dal Ministero della Salute che, dopo il vaglio della conferenza Stato Regioni andrà ad aggiungersi al disegno di Legge S 1265 di iniziativa parlamentare, precedentemente depositato al Senato dal Gruppo DS Ulivo. L’iter parlamentare non si presenta facile né breve.
La Federazione Italiana per la Cremazione (F.I.C.) sta seguendo il problema con la massima attenzione affinché le aspettative di numerosi cittadini che intendono vedere affermato un loro diritto civile non vengano ulteriormente disattese.
AMBROGIO VAGHI
E’ stato revisore contabile e dirigente d’azienda di grande distribuzione. Da alcuni anni è Presidente della SO.CREM. di Varese, una delle prime costituite in Italia (I882).
Attualmente è vice Presidente della Federazione Italiana per la Cremazione. La F.l.C. è nata agli inizi degli anni ottanta dell’Ottocento per dare impulso e diffusione alle Società di Cremazione che si andavano costituendo. Oggi ha sede in Torino ed è l’organizzazione di rappresentanza e di tutela, sul piano nazionale ed internazionale, di 41 associazioni italiane federale aventi scopi cremazionisti che nel loro insieme contano circa 200.000 iscritti.
Marina Sozzi
SINTESI DELL’ INTERVENTO DELLA DOTT.SSA MARINA SOZZI
La cremazione in Occidente non e un rito, ma una semplice pratica funebre. Non connessa ad alcuna religione, né ad alcun gesto simbolico, essa è inoltre legata alla nascita della tecnologia del forno crematorio. I parenti e gli amici del defunto non hanno accesso alla sala forni per ragioni di sicurezza (oltre che per proteggere la moderna sensibilità che fatica a confrontarsi con la materialità della morte), e l’operazione di cremare un corpo e svolta da addetti ai lavori. Tuttavia, chi sceglie la cremazione oggi non è anti ritualista, come è emerso da una ricerca realizzata con un questionario somministrato ai soci della Socrem di Torino nel 2001: credenti e non auspicano che la loro permanenza al crematorio sia accompagnata da gesti e parole rituali, indipendentemente dal rito religioso eventualmente già celebrato. I cremazionisti hanno per primi messo in evidenza tale esigenza, che la legge n. 130 del marzo 2001 ha fatto propria, chiedendo ad ogni crematorio di dotarsi di sale del Commiato. Le cerimonie del Commiato tendono a “inventare” un rito caratterizzato dal suo essere singolare, unico, volto a celebrare un individuo defunto in particolare, con i suoi tratti distintivi, ricordato dalla famiglia e dagli amici per ciò che e stato in vita, per ciò che ha realizzato o inteso realizzare, per ciò che ha amato, vissuto.
Un rito dunque che non si fonda sulla ripetizione dei medesimi gesti, ma sulla liberta di organizzazione dello schema cerimoniale, non rassicurante e stabile nel tempo, ma creativo e mutevole.
MARINA SOZZI
Laureata in filosofia presso l’Università di Torino, con una tesi in Filosofia morale sull‘ uso filosofico del concetto di gioco nel ‘900.
Diplome d’études approfondies (DEA) presso L’Ecole des Hautes Etudes en Sciences sociales (Parigi), con una tesi sulla storia della critica del filosofo materialista J. O. de La Mettrie.
Perfezionamento presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, con una tesi sul libro De L’HIomme di C. A Helvétius.
Fondazione Ariodante Fabretti ( 1997 – 2002)
Direttore scientifico della Fondazione Ariodante Fabretti, costituitasi dall’omonimo Centro Studi nel giugno 1999, che si occupa di tutti i fenomeni inerenti la morte in età moderna e contemporanea, anche in una dimensione comparativa (soci fondatori il Comune, la Provincia, L’Università, la Socrem di Torino e la Regione Piemonte). Già consulente, a partire dal 1997, del Centro Studi Fabretti, fondato dalla Società per la cremazione di Torino nel 1992.
Consulenza per la Società per la cremazione di Torino (1995 – 2003)
Creazione e costante messa a punto di una cerimonia del Commiato al Tempio crematorio di Torino. Stesura di testi comunicativi, organizzazione di manifestazioni culturali (concerti, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche, convegni) e formative (corsi per operatori funerari).
Pubblicazioni:
J. O. de La Mettrie, Il Sommo bene (a cura di Marina Sozzi), Palermo, Sellerio 1993.
M. Sozzi e C. Porset, ll Sonno e la Memoria. Idee della morte e politiche funerarie nella Rivoluzione francese, Torino, Paravia-Scriptorium, 1999.
M. Sozzi (a cura di) La scena degli addii. Morte e riti funebri nella società occidentale contemporanea, Torino, Paravia-Scriptorium 2001.
M. Sozzi, Virtuoso e felice. II cittadino repubblicano in C.A. Helvétius, ETS, Pisa 2002.
Articoli e saggi in opere collettanee
La molecola immortale: trasformazioni della materia nel Settecento, in La terra e il fuoco. I riti funebri Ira conservazione e distruzione, (a cura d1 M. Tartan) Meltemi, Roma 1996.
Educare all’attenzione: l’intellettualismo etico di Helvétius in L’educazione dell’uomo e della donna nella cultura illuministica, Memorie dell’Accademia delle scienze di Torino, Classe di Scienze morali, storiche e filologiche, serie V, volume 24, fasc. 3, 2000.
I riti funebri in utopia, in Perfezione e finitudine. La concezione della morte nell’utopia in età moderna e contemporanea (a cura di Vita Fortunati, Marina Sozzi, Paola Spinozzi) in corso di stampa presso la casa editrice Lindau, Torino
“Riti funebri” in Dall’utopia all ‘utopismo. Percorsi tematici. (a cura di Vita Fortunati, Raymond Trousson, Adriana Corrado), Introduzione di Francesco de Sanctis, Collana dell’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, CUEN, Napoli (in corso di stampa)
Non – luoghi dei morti. La cremazione in occidente in età moderna e contemporanea, “Rivista Folklorica”, 2003.