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Presentazione

Presentazione

Cremazione. Libertà di una scelta. Iter di un’esigenza contemporanea

22 novembre 2014, ore 15,00 – Auditorium Santa Cecilia, Via Fratti 2, Perugia

Gentile Associato,
per la ricorrenza del venticinquesimo anno della sua rifondazione, l’Associazione per la Cremazione di Perugia ha ritenuto opportuno organizzare un pubblico convegno in cui affrontare l’argomento cremazione attraverso le varie sfaccettature di un lungo iter verso il raggiungimento di un contesto in cui la libera scelta possa trovare la sua dignità e la sua libera diffusione. Il convegno insiste sull’opera che l’Associazione ha svolto in questi anni sotto il profilo del riconoscimento istituzionale, dell’ottenimento, da parte delle amministrazioni competenti, di provvedimenti e di spazi utili alle esigenze cremazioniste. L’opera di approfondimento che il convegno propone, si allarga al profilo della storia, del costume, della filosofia, dell’antropologia, della religione di questa pratica laica ai fini della divulgazione e dell’approccio culturale di quanti, nel rispetto della propria ideologia e sensibiltà, vogliono approfondire aspetti strettamente legati al tema della morte. Tra le relazioni in programma non mancano le attuali considerazioni volte a mettere in luce argomenti di carattere tecnico, burocratico ed istituzionale quali l’enorme incremento che negli ultimi anni ha avuto la scelta cremazionista, l’attuale distribuzione territoriale dei servizi pertinenti, l’impatto dello sviluppo della cremazione sulle problematiche cimiteriali, il ruolo ed il senso del movimento cremazionista italiano, le prospettive e le problematiche future, in vista della formazione del pensiero e delle coscienze al fine di offrire risposte moderne alle emergenti attese culturali, antropologiche e religiose in materia.

Programma

Ore 15,00 – Inizio lavori
Saluto

Andrea Romizi
Sindaco del Comune di Perugia

Dramane Diego Wague’
Assessore alla scuola ed edilizia scolastica, Demografia, Cimiteri, Politiche per l ‘infanzia e l’adolescenza, Partecipazione associazionismo.

Moderatore del Convegno

Giampiero Tasso – Giornalista

Relatori

Nazareno Morarelli,
Presidente dell’Associazione per la Cremazione di Perugia
“25 anni di attività dell’Associazione per la Cremazione di Perugia”

Giovanni Battista Pollini,
Presidente della Società per la Cremazione di Torino e tesoriere della F.I.C.
“La Cremazione oggi e domani. Situazione attuale delle politiche cimiteriali in Italia”

Valerio Meattini,
Professore ordinario di “Filosofia Teoretica” e “Filosofia della Mente” – Università di Bari
“Dopo la morte. Fenomenologia del cordoglio e del congedo.”

Giuseppe Piccinno,
Direttore editoriale dell’Editrice Domenicana Italiana e docente di Teologia liturgica e sacramentaria
“Giustificazioni e problematiche antropologiche per una scelta cremazionista oggi”

Emilio Biasini,
Rappresentante dell’Associazione Culturale Ariodante Fabretti
“Riflessioni sul tema della Libertà di Scelta riguardo la cremazione”

Gianluca D’Elia,
Archivista presso la Biblioteca Augusta di Perugia
“Cenni di storia della cremazione a Perugia”

Dibattito finale
Ore 18,30 – Chiusura lavori

Note Biografiche e curricula dei relatori

Nazareno Morarelli é nato a Perugia nel 1942, si é occupato di Onoranze funebri ed in merito é stato definito imprenditore “pioniere”, essendosi distinto per la particolarità del suo impegno morale e civile nell’espletare la sua attività lavorativa. Per questo ha avuto l’onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Socio fondatore ed ideatore dell’Associazione per la Cremazione di Perugia nel 1989, detiene la carica di Presidente della stessa dal 2010.

Giovanni Pollini é nato nel I947 a Ravenna e vive a Torino. Opera da oltre quindici anni nella Società per la Cremazione di Torino, inizialmente con l’incarico di Tesoriere e dal luglio 2013 in qualità di Presidente. Molto impegnato sul fionte cremazionista nazionale, ricopre da anni la carica di Tesoriere della Federazione Italiana per la Cremazione (F.I.C) e attualmente é al suo terzo mandato. E vice Presidente della Fondazione Ariodante Fabretti ONLUS, istituzione culturale che si occupa di problematiche tanatologiche.

Valerio Meattini e nato a Scansano (GR) nel 1950. Si é laureato in Filosofia e storia a Pisa. Ha poi studiato a Napoli, Torino e Heidelberg. Insegna all’Università degli studi di Bari “Filosofia teoretica” e “Filosofia della mente”. La sua ricerca teoretica si é rivolta inizialmente ai temi dell’idealismo e del realismo come versioni del mondo che possono essere fatte coagire per sviluppare un “discorso di procedure di verità”; poi alle possibilità e modalità del trascendentale e dell’esperienza, del logos e del dialogo e di un’ontologia del capire. Ha in seguito indagato alcune modalità dello scetticismo e ne ha proposto una versione in cui resta centrale una concezione della verità come ‘misura’ della stessa proposta scettica. In filosofia morale ha elaborato una teoria sulla genesi del valore e della scelta morale in ragione dell’irreversibilità delle nostre azioni e proposto una nuova interpretazione dell’opposizione, ormai classica, tra questioni di fatto e questioni di valore. Nella ricerca storica ha portato contributi all’interpretazione di Platone, Piero Martinetti e Giuseppe Rensi, Benedetto Croce, Berkeley, Cartesio e Spinoza, Kant. E stato collaboratore della rivista “Nuova Civiltà delle Macchine”, edita dalla RAI. Collabora con bimensile “La Civetta”, foglio del “Circolo degli Inquieti”. E nel comitato scientifico della “Rivista internazionale di filosofia e psicologia”. RAI. Collabora con bimensile “La Civetta”, foglio del “Circolo degli Inquieti”. E nel comitato scientifico della “Rivista internazionale di filosofia e psicologia”.

Gianluca D’Elia é nato a Bologna nel 1977 e si é laureto in Lettere Classiche nel 2001 presso l’Università degli Studi di Bologna. Diplomato Specialista in Conservazione e Restauro del Beni librari e documentali di Spoleto nel 2007, e in Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Perugia nel 2008, svolge attività di riordino e studio in particolare sugli archivi di biblioteche ed archivi privati. Attualmente é archivista libero professionista distaccato presso la Biblioteca Comunale Augusta di Perugia e Ispettore archivistico onorario. E autore del volume “Storia della Cremazione a Perugia : 1884-2005” stampato nel 2005 in occasione dell’inaugurazione della Sala del Commiato del Cimitero Monumentale di Perugia

CREMAZIONE. Libertà di una scelta.

Iter di un’esigenza contemporanea.

Perugia, 22 novembre 2014 —Auditorium Santa Cecilia

Relatori e sintesi degli interventi

Nazareno Morarelli, Presidente dell’Associazione per la Cremazione di Perugia – “25 anni di attività dell’Associazione per la Cremazione di Perugia ” – La relazione evidenzia i tratti salienti delle attività che hanno comportato riconoscimenti da parte delle Autorità e l’ottenimento di provvedimenti necessari e spazi utili alle esigenze di chi opera la scelta di farsi cremare. L’intervento é anche l’occasione per un ricco elenco di ringraziamenti a tutti coloro che, Associati o non, nel corso degli anni con le loro attività, hanno dato all’Associazione un grande contributo in termini di opere.

Giovanni Battista Pollini, Presidente dell’Associazione per la Cremazione di Torino e tesoriere della Federazione Italiana Cremazione (F.I.C.) “La Cremazione oggi e domani. Situazione attuale delle politiche cimiteriali in Italia” – La relazione approfondisce gli aspetti legislativi inerenti alle modalità di esecuzione del servizio, lo sviluppo della cremazione e attuale distribuzione territoriale del servizio, l’impatto dello sviluppo della cremazione sulle problematiche cimiteriali il ruolo del movimento cremazionista italiano, gli aspetti sociali e culturali legati alla pratica della cremazione le prospettive e problematiche future in materia.

Valerio Meattini, Professore ordinario di “Filosofia Teoretica” e “Filosofia della Mente” – Università di Bari “Dopo Ia morte. Fenomenologia del cordoglio e del congedo ” – Sommario dei punti trattati: — Un testo esemplare: il Fedone di Platone — Visioni del mondo e concezioni della morte — La morte nel mondo greco, nella prospettiva cristiana e nell’epoca moderno-contemporanea — Compianto, ritualità del congedo ed “ultime volontà” – Due antichi modelli di cura delle spoglie: l’incinerazione e l’inumazione — Morte, cordoglio, congedo e cura delle spoglie tra libertà personale, ultime volontà, “nuove sensibilità” e tradizione.

Giuseppe Piccinno, Direttore Editoriale dell’Editrice Domenicana Italiana e docente di Teologia liturgica e sacramentaria “Giustificazioni e problematiche antropologiche per una scelta cremazionista” – Nell’attuale contesto ideologico e sociologico, nel quale il senso del morire e della morte non é per nulla privo di ansietà e oscurità, il riflettere in generale sulla prassi funeraria e in particolare sulla scelta della cremazione é quanto mai utile e opportuno, soprattutto perché si vanno a toccare realtà fondamentali dell’uomo, quali la sua socialità, la sua religiosità, i suoi ideali. Queste realtà fanno porre, se non a tutti, ritengo almeno alla maggioranza degli uomini, domande circa le ragioni per la scelta della cremazione o dell’inumazione, circa gli aspetti sociali-simbolici e i sistemi di valori che ognuna delle scelte comporta, o anche circa gli aspetti socio-antropologici di un evento che riguarda inesorabilmente tutti individualmente e socialmente. In definitiva si tratta di riflettere su come affrontare da uomini tale evento: “come e quando preparalo? come viverlo? quali ritualità sono adeguate o accettabili? quali sono le simbologie che lo esprimono?”, in vista della formazione del pensiero e delle coscienze e per offrire delle risposte alle attese culturali e religiose emergenti.

Emilio Biasini, Rappresentante dell’Associazione Culturale Ariodante Fabretti e Primario e Direttore Emerito del Dipartimento “Emergenza e accettazione” dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. “Riflessioni sul tema della Libertà di Scelta riguardo la Cremazione” – Dopo una breve presentazione storica circa la figura di Ariodante Fabretti, si danno alcune riflessioni circa il tema della morte biologica e della donazione degli organi nell’esperienza personale accumulata in svariati anni di vita professionale presso il Centro di Rianimazione dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, ove la questione “donazione degli organi” venneaffrontato fra i primi in Italia. Donazione degli organi e cremazione rappresentano i due lati di una stessa medaglia, rappresentata dalla destinazione finale del proprio cadavere. Ci si sofferma sulla questione della libertà di scelta, che é comunque condizionata da diversi fattori, in modo particolare una forte disinformazione ed un ancoraggio alle tradizioni.

Gianluca D’Elia, Archivista presso la Biblioteca Augusta di Perugia “Cenni di storia della Cremazione a Perugia ” – La relazione descrive e riassume gli aspetti salienti di come sono nate la prima e la seconda Società di Cremazione a Perugia con breve excursus su Spoleto. Tramite le fonti bibliografiche e archivistiche che stanno alla base del volume “Storia della Cremazione a Perugia : 1884-2005” del 2005, si desidera offrire una panoramica per quanto più possibile esauriente su quanto accaduto a Perugia tra il 1884 ed il 2005. In particolare la battaglia per ottenere anche a Perugia il forno crematorio, le polemiche con l’Amministrazione Comunale, che concesse il forno solo nel 1895 e con la parte cattolica più intransigente, quest’ultima in particolare combattuta a colpi di articoli sui quotidiani. Alcuni profili biografici di cremati “illustri”e il ruolo della Massoneria, fino alla ri-creazione dell’attuale – nuova – Società, nel 1989, dotata di un nuovo Forno, nel 1994, e di una Sala del Commiato nel 2005.

Prof. Emilio Biasini

Rappresentante dell’Associazione Ariodante Fabretti di Perugia e Primario e Direttore Emerito del Dipartimento “Emergenza e accettazione“ dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

TESTO DELLA RELAZIONE:

Un caloroso saluto a tutti.

Un grato saluto agli organizzatori per avermi dato la possibilità di partecipare in questa prestigiosa sede e di fronte ad un cosi numeroso e qualificato uditorio e a questo incontro sulla cremazione argomento sempre attuale ed interessante.

La possibilità di intervenire nei momenti più sacri, misteriosi e magici della vita (quali la nascita e la morte) può avere un impatto traumatizzante sul singolo soggetto chiamato a confrontarsi con problemi enormi che richiedono una riflessione etico-critica e soprattutto una corretta informazione.

Senza pretendere di essere esaustivo offro alcune riflessioni frutto di letture sull’argomento e di una esperienza personale accumulate in tanti anni di vita professionale nel Centro di Rianimazione de|I’Azienda Ospedaliera di Perugia ove affrontammo, fra i primi in Italia, il problema della donazione di organi che ha, come vedremo, molti punti di contatto oon la cremazione.

In primis é mio dovere e piaoere portarvi il saluto della Fondazione Ariodante Fabretti di Perugia, omonima di quello torinese dedita alla tanatologia e alla storia della cremazione.

Figura di grande rilievo Ariodante Fabretti fu, come molti di voi già sanno, letterato e patriota, senatore del Regno d’Italia nella XVI Legislatura, dai poliedrici interessi dall’archeologia che studiò con Giovan Battista Vermiglioli, alle lingue classiche, alla medicina materia nella quale si laureò presso l’Ateneo di Bologna.

Tra il 1846 e il 1849 fu docente presso I’Università di Perugia e diresse i Musei Civici e pubblicò la Biografia dei Capitani di Ventura dell’ Umbria che é ancora oggi una pietra miliare nella storia moderna umbra.

Aderì prima alla Carboneria e in seguito fondò la Giovine Italia con il suo amico Giuseppe Mazzini che Io volle a Roma nella Costituente della Repubblica Romana nel 1849.

A seguito della caduta di quest’ultima dovette migrare prima a Firenze e poi a Torino ove rimase fino alla morte nella precarietà di saltuarie lezioni private e ove trovò molti esuli perugini come Orazio Antinori e Annibale Vecchi.

Nel 1860 fu nominato Professore di Archeologia dell’Università di Torino e dal 1871 al 1893 diresse il Museo Egizio di Torino con l’egittologo Francesco Rossi.

Nel 1876 diviene socio emerito de|l’Accademia di Firenze e nel 1883 fondò la Società per la cremazione di Torino mantenendone la presidenza fino al 1894.

ll Tempio Crematorio fu inaugurato a Torino il 17 Giugno 1888 con un discorso di Ariodante Fabretti, di Luigi Pagliani rappresentante del Consiglio dei Ministri e di Melchiorre Voli Sindaco della città.

Mori nella sua abitazione di Monteu da Po e seoondo le sue volonta venne cremato e le sue ceneri riportate a Perugia (la sua urna e ben visibile all’ingresso del nostro forno crematorio) ove venne accolto con degni onori e una memorabile celebrazione affidata al Rettore prof. Giuseppe Bellucci il quale si attiverà per intitolare una strada della città (proprio quella dell’Università) al Patriota scomparso.

ll suo patrimonio librario e manoscritti venne donato per sua esplicita volontà alla Biblioteca Augusta.

La sua avventura massonica comincio nel 1840 con I’iniziazione nella Loggia la Fermezza. Nel 1867 fu eletto nella Giunta del Grande Oriente d’Italia e nel 1873-1874 é nella loggia Dante Alighieri di Torino in cui ricoprirà la carica di Maestro Venerabile.

Nel 1875 e eletto membro del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e accettato e nel 1881 é tra i fondatori della loggia Francesco Guardabassi di Perugia.

Mi e particolarmente caro, in questa sede, salutare i suoi discendenti che vedo in sala, il signor Stelvio e la sig.ra Umbretta e che ringrazio per aver condiviso con noi questo evento.

La massoneria, cui aveva aderito anche Ariodante Fabretti, aveva radici antichissime a Perugia e le prime testimonianze risalgono alla fine del 1700. Questa presenza e stata determinante per la diffusione della cremazione in Umbria. Tra i membri della società per la cremazione dopo il 1885 si ritrovano vari cittadini illustri quasi tutti aderenti alla massoneria (mi piace ricordare Terzo Bellucci, Aldo e Vitaliano Calderini, Francesco Guardabassi, Ulisse Rocchi, Giuseppe e Vittorio Teixeira).

D’altra parte il GOI istituito nel 1861 delibero il 25 Maggio 1874 che i fratelli si sarebbero impegnati a promuovere presso i Municipi l’uso della cremazione.

Il concetto di cremazione dei corpi rompe tutti i più consolidati schemi mentali e culturali in una Italia appena uscita dalla guerra risorgimentale. Viene affermato il concetto di uguaglianza nella morte, propone una alternativa alla ritualità cattolica, propone la secolarizzazione dei cimiteri.

Ma anche la donazione di organi é stata sostenuta dalla massoneria tanto che in Svizzera, ove si registra, anche in questi ultimi tempi, una mancanza di donatori, il Grande Oriente della Svizzera organizza momenti di sensibilizzazione attraverso conferenze tenute da specialisti nelle città di Lugano, Zurigo e Ginevra.

Come ho detto in precedenza a mio parere, esistono molti punti di contatto fra la donazione di organi e la cremazione. Anzi, rappresentano lo stesso problema che é quella della destinazione del proprio cadavere. ll discorso sulla destinazione del proprio cadavere non e altro che il prolungamento dei diritti della persona in rapporto con il mondo sanitario. Persiste, infatti, dopo la morte, il diritto al rispetto del cadavere ed alla sua incommerciabilità; il diritto all’intangibilità ed il diritto del vivente a dettare disposizioni sulla destinazione del proprio cadavere.

ll punto fondamentale quindi é che rappresentano un diritto della persona che fa capo unicamente al soggetto: in altri termini ogni uomo ha il diritto all’autodeterminazione e cioè ha diritto alla liberta.

La liberta come viene definita nell’art.4 della “Dichiarazione dei diritti deIl’uomo e del cittadino” che la Francia affidò al Mondo nel 1789 or (…) consiste nel fare tutto ciò che non nuoce ad altri; l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limite solo quelli che assicurano ad altri membri della società il godimento degli stessi diritti. Questi limiti possono essere determinati solo dalla legge».

Inoltre |’art.6 della Costituzione redatta nel 1793 recita che a (…) la libertà ha per principio la natura, per regola la giustizia, per salvaguardia Ia legge».

Ciò premesso la scelta di donare gli organi post-mortem e la scelta di essere cremati non contrastano con i principi di natura, non nuoce un altro membro della società (anzi la donazione d’organi favorisce altri membri della società), rispetta la legge.

In conclusione la scelta della donazione d’organi e della sepoltura del proprio cadavere fa parte dei diritti individuali quali fonarsi o non formarsi una famiglia, scegliere il proprio domicilio, il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione. Ma a mio modesto parere se esiste la liberta di scelta esiste anche la necessita di dichiarare tale scelta come dovere verso la propria famiglia che in caso di morte di un congiunto si trova in un momento tragico a dover decidere se opporsi o no al prelievo e a scegliere il tipo di sepoltura.

In conclusione ognuno di noi ha il diritto ma anche il dovere morale di fare una scelta.

Ma se é vero che c’e liberta di scelta e altrettanto vero che tale scelta può essere condizionata da diversi fattori: errata o mancata informazione, cultura, fattori religiosi, logistici, Legislativi, etc.

A tale proposito si può notare che in Giappone ove la religione di stato, lo shintoismo, richiede la cremazione dei defunti, la quasi totalità dei morti viene cremata.

In Alabama e Mississippi dove la Bibbia é un elemento pregnante della cultura le percentuali scendono al 17-18%.

In Italia nel 2010 la cremazione é stata praticata nel 13,1% dei casi, nel 2011 e salita al 14.3% e nel 2012 al 15.5%.

Anche in Italia il fattore religioso ha giocato un ruolo importante e il progressivo aumento é dovuto, a mio parere, oltre all’informazione, anche alla evoluzione della Chiesa che nel 1963 (Papa Paolo VI con il Concilio Vaticano II e ribadito nel Catechismo della Chiesa Cattolica) abolisce l’ostruzionismo secolare di avversione alla cremazione, purché non in dispregio del Dogma della Resurrezione.

Infatti verso la fine del XIX secolo la Chiesa perviene ad un atteggiamento di radicale condanna in quanto si presumeva che tale pratica fosse ispirata ad una presa di posizione contro la Chiesa e la fede.

Il fatto, poi, che la cremazione fosse sostenuta dalla massoneria, che agli occhi della Chiesa riassumeva tutti i pericoli per la fede, forniva la riprova dell’inaccettabilità della pratica.

Se in passato il fattore religioso ha giocato un ruolo determinante, a mio modesto parere, oggi gioca come cofattore in quanto sono altri fattori che vanno presi in considerazione. Non sempre, infatti, la religione e stata una guida indiscussa nel trattamento medico. A tale proposito giova ricordare che nel 1957 Papa Pio XII disse in un incontro con la rappresentanza di anestesisti che la somministrazione di antidolorifici non solo non era lecita ma addirittura doverosa. Nel 1971 inoltre il giurista Alfredo De Marsico scriveva che se per alleviare il dolore il medico non può che far ricorso a rimedi il cui uso prolungato implichi il diminuire delle resistenze vitali del paziente e quindi pericolo di morte, questo si verifica non in dipendenza dei farmaci prescritti ma dalla malattia.

Inoltre numerose istituzioni dal Consiglio d’Europa del 1976 ai codici di deontologia medica, riconoscono i diritti dei morenti a non soffrire inutilmente.

Purtroppo esiste in Italia l’oppio fobia per cui il dolore non sempre viene trattato in maniera adeguata, nonostante, fra gli altri, l’autorevole parere della Chiesa.

Da una recente indagine deII’ITAELD-FNOM risulta che solo il 23% dei pazienti (29% al Nord, 15% al Centro-Sud) ha ricevuto morfina o un suo derivato almeno una settimana prima del decesso.

Ciò dimostra, a mio modesto parere, che le credenze religiose, fattori legislativi, linee guida di diverse istituzioni, non hanno modicano il trattamento in vita e quindi difficilmente saranno in grado di modificare la scelta di disposizione del proprio corpo post-mortem.

Ruolo determinante forse può giocare la comunicazione e l’informazione dei cittadini, comunicazione che finora in Italia é pratica minore rispetto agli altri Paesi europei anche nei confronti dei pazienti e parenti come evidenziato dagli studi EURELD.

Si potrebbe cominciare con corsi universitari, specialistici, ECM, e corsi nelle scuole. Sicuramente convegni aperti alla cittadinanza sono di estrema utilità anche se é difficile far cambiare idea a persone di una certa età che già hanno maturato una scelta fondata fondamentalmente sulla tradizione. A tale proposito giova ricordare che “le persona sono assolutamente aperte nei confronti delle novità, la cosa più importante che le cose nuove siano identiche a quelle vecchie” (Charles F. Kettering).

Fatta questa premessa mi piace fare alcune considerazioni sulla morte. La morte e sempre stata un fenomeno oscuro e mal compreso. L’uomo si e sempre rifiutato di parlare della morte come se l’esperienza non lo riguardasse.

A tale proposito diceva Epicuro: “quando siamo noi non c’é la morte, quando c’é la morte non ci siamo noi”.

Comunque fino al basso Medioevo era considerata una fatalità: il moribondo era protagonista assoluto, dava disposizioni per la cerimonia provvedendo ad organizzarla. A partire dal XVI secolo la morte assunse grande importanza non per il malato ma per i familiari che dovevano vivere la morte con grande emozione. Dalla seconda meta del XIX secolo diventa un fenomeno da rimuovere per cui al morente viene nascosta la verità.

Oggi la morte e un tabù: deve passare prima possibile senza sconvolgere la famiglia e la società.

A questo punto e necessario rispondere a due domande: perché scegliere la donazione di organi? In questo caso si dona una cosa inutile, destinata alla sepoltura o cremazione, si da la possibilità ad altri soggetti di sopravvivere, perché ognuno di noi può trovarsi nelle condizione di donare ma anche di ricevere un organo. Non va dimenticato il precetto universale ed eterno: “Non fare agli altri quello che non vorresti sia fatto ate e fai agli altri tutto il bene che vorresti che gli altri facessero a te”.

Perché scegliere la cremazione?

Ma di fronte al fenomeno fine, alla perdita, c’é una battaglia che puntualmente si combatte dentro di noi, tra il bisogno ancestrale di vedere – percepire il defunto nella sua “fisicità”, data anche dalla tomba, e la razionalità che impone che una volta divenuto irreversibile, il processo della morte separa nettamente quello che eravamo da quello che siamo e saremo in termini biologici.

Mentre, cioè, ci assilla il desiderio di preservare il nostro corpo da ogni minima infermità durante la vita, con la morte questo nostro stesso corpo, a prescindere dalle nostre convinzioni religiose – filosofiche, é destinato al dissesto, alla decomposizione.

Noi non siamo il nostro corpo, questo Io sappiamo bene. Ecco che la pratica di accelerare il processo di decomposizione, mediante la cremazione, e – io credo – il modo più dignitoso per onorare quello stesso corpo. Ma é il modo più dignitoso per chi lo possedeva che non e più li e per chi rimane, che non dovrà un giorno accollarsi i disagi, per esempio, di una riesumazione.

Mi hanno molto colpito, in città come Torino, Firenze, Bologna o Siena, manifesti stradali delle locali Associazioni di cremazione, con i seguenti slogan: “La terra ai vivi”, “riflettere per decidere”, “una scelta consapevole”.

Mi ha molto colpito che finalmente si possa far ragionare le persone a questi concetti anche in un Paese come il nostro, così restio al cambiamento di mentalità e fortemente attaccato alle singole tradizioni.

Chi sceglie la cremazione privilegia la semplicità e afferma l’eguaglianza di fronte alla morte. In questo senso la cremazione e una scelta di tolleranza e di pluralismo fatta da persone di provenienza culturale molto diversa.

Non solo. La cremazione l’unica pratica funebre in grado di fornire una valida risposta ai problemi di gestione cimiteriale urbanistica e, come già fatto notare, non sottrae alla terra ai vivi: non sottrae alla vita lo spazio della morte. E meglio costruire un giardino per i vivi che ampliare un cimitero. E giusto affidare al fuoco purificatore il proprio corpo e quello dei propri cari, sottraendoli all’ingiuria di un disfacimento lento e crudele. E bello poter pensare che le ceneri dei nostri cari costituiscono comunque ancora, in forma immutabile, una loro presenza fisica tra noi.

La scelta della cremazione si é tra l’altro progressivamente arrochita di una forte valenza simbolica rituale. Come già si accennava credenti e non credenti auspicano che al momento dell’ultimo addio, il distacco dei loro cari sia accompagnato da gesti e parole che lo rendano meno doloroso.

I nostri predecessori come noi oggi sognavano un Paese più: libero e più civile, dove la serenità della convivenza, della tolleranza reciproca fosse il preludio alla serenità della morte.

Ritornando alla storia, converremo tutti che é indubbio |’apporto dei liberi pensatori all’apertura mentale verso il nuovo movimento cremazionista nell’Italia di meta e fine Ottocento, Iberi pensatori che nella Massoneria vedevano la “strada principale”, in un certo senso, di ciascun pensiero laico e progressista, é indubbio altresì che l’attuale incremento di persone che scelgono Liberamente e spontaneamente di farsi cremare é oggi una scelta che va ben oltre le persone e singole convinzioni religiose o ideologiche.

E per concludere, la cremazione é una scelta Ibera e razionale che risponde alla necessita di salvaguardare la dignità del defunto e il dolore dei parenti, e di tutelare esigenze igieniche ed ambientali della società contemporanea.

Grazie

Nazareno Morarelli

Presidente dell’Associazione per la Cremazione di Perugia

STORIA DELL’ASSOCIAZIONE DELLA CREMAZIONE DI PERUGIA NEL 25° ANNIVERSARIO DELLA SUA FONDAZIONE

Nel Luglio del 1866, un medico di Padova, esattamente il dottor Ferdinando Coletti, ha dato il via ad una campagna in favore della cremazione, dopo aver visto numerosi morti insepolti nelle battaglie Austro-Ungariche, infatti nel 1884 anche a Perugia alcuni liberi pensatori fondarono l’Associazione per la Cremazione di Perugia, il primo passo fu la costruzione del Tempio Crematorio, per cui si autotassarono, avendo avuto il terreno dal Comune a titolo gratuito nel Civico Cimitero.

Questo manufatto é stato il primo o uno tra i primi d’Italia.

Per l’alto costo che quell’opera maestosa ha comportato, l‘Amministrazione Comunale intervenne per sanare tale sconfinamento, e di conseguenza si fece carico del manufatto.

Purtroppo a seguito di questo problema, e dalle varie vicissitudini politiche e religiose, sono decaduti i programmi che tale Associazione si era prefissata.

In Italia e specialmente nel nord, incominciarono a sorgere Associazioni per la Cremazione, la prima é stata quella di Torino.

Molte di queste Associazioni, site nei più grossi centri del nord, saggiamente, si sono riunite formando la FEDERAZIONE ITALIANA CREMAZIONE, questa ha diversi meriti, ma il pita importante é quello di aver eliminato molti ostacoli legali, rendendo più snella la pratica Cremazionistica, al Presidente della SOCREM di Torino, nonche tesoriere della F.I.C. Sig. Giovanni Battista Pollini, qui presente, vada un nostro plauso di ringraziamento.

Per noi perugini, che desideravano associarsi, dovevano iscriversi all’Associazione di Firenze, la più vicina a noi.

Facendomi portavoce del disagio che questo stato di cose ci arrecava, nel 1989 ne parlai con l’avv. Augusto De Megni dell’esigenza di fondare anche nella nostra Città una Associazione per la Cremazione, che avesse lo scopo di promuovere tutte le iniziative necessarie per l’adempimento della volontà, di coloro desiderosi, che le proprie spoglie fossero incenerite, nel rispetto delle leggi e di ogni credenza politica e religiosa.

Infatti il 20 Marzo 1989, con Rogito del Notaro Crispolti, fu fondata l’Associazione per la Cremazione di Perugia, riconosciuta poi legalmente dalla Giunta Regionale, con decreto n. 287/89, i soci fondatoti sono stati: Avv. Augusto De Megni, con la carica di Presidente, Paolo Mazzerioli vice Presidente, Alberto Polidori Segretario, componevano il Consiglio Direttivo Enzo Paolo Drisaldi, Mario Tega, Giancarlo Seri, Vittorio Paoletti e il qui presente Nazareno Morarelli.

Ad oggi, dopo 25 anni nel corso dei quali ci siamo adoperati, non con poca fatica, lavorando nel nostro territorio con molta discrezione, nonostante ciò, abbiamo raggiunto la cifra di circa 1900 iscritti.

La prima operazione della nostra Associazione é stata quella di prendere in concessione, per 99 anni dal Comune di Perugia un Sepolcro nel Civico Cimitero, per dare gratuitamente la tumulazione a quei associati che non hanno un posto dove dare sepoltura alle loro ceneri.

Nel 2003 abbiamo fatto un Convegno, all’hotel Plaza, che ha ottenuto un buon successo anche al di fuori della nostra Regione, con il tema: “Cremazione Libera Scelta di Civiltà”; per tutti coloro che vorranno conoscere gli interventi di allora, potranno trovarli nel nostro sito www.cremazioneperugia.it Abbiamo avuto inoltre, una parte determinante verso l’Amministrazione Comunale, affinché fosse costruito nel nostro Cimitero un posto dove poter dare l’ultimo saluto alle persone laiche, infatti nel 2005 viene inaugurata la sala del Commiato, che prende ii nome del nostro socio fondatore, ed instancabile sostenitore dell’opera, Enzo Paolo Drisaldi, nel frattempo scomparso.

Ma torniamo alla fondazione di questa Associazione, la quale non interviene in merito agli ideali e ai convincimenti filosofici, religiosi o politici di ciascuno, nello stesso modo in cui, secondo il nuovo Codice di Diritto Canonico, la Chiesa Cattolica non proibisce la cremazione a meno che, questa, non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana (canoni n. 1 176 e n. l 184).

La cremazione si pone come un atto, che ha i suoi fondamenti nei valori della semplicità e della riaffermazione del profondissimo legame che ci unisce ai morti, al loro rispetto, al culto della memoria e del ricordo del loro insegnamento nella società dei vivi.

Il riconoscimento di questi valori, che la tradizionale pratica funeraria, connessa con la “rimozione” della morte in atto nella nostra epoca, tende ad occultare e mira a restituire alla morte il suo posto nel grande ciclo vitale naturale e sociale, un ciclo dove il fuoco, forza di trasformazione, rappresenta un simbolo antico colmo di significato, e di cui questa pratica testimonia la volontà del ripristino di un legame spezzato, di un’ immersione nella natura dell’umanità e nell’umanità nella natura, in attesa della risurrezione.

La dispersione delle ceneri che molti iscritti ci hanno richiesto e di cui questa Associazione si e fatta interprete verso il Sindaco del nostro Comune, e stata resa fattiva su proposta della Giunta Comunale n. 68 del 31 maggio 2012 che ha fatto diventare esecutiva la delibera della Giunta Regionale n.76 del 21 luglio 2004.

Questa delibera cita nell’art. n°1: “la presente legge disciplina la pratica della cremazione e dispersione delle ceneri nel rispetto delle volontà e dignità del defunto, e delle diverse convinzioni religiose e culturali di ogni essere umano.” (qui vorrei aprire una parentesi, perche tutti coloro che vogliono disperdere le proprie ceneri, questo desiderio dovrà essere espresso nel testamento fatto all’Associazione, senza questo scritto non si potrà procedere alla dispersione.)

Con questo alto, un’altro passo verso la libera volontà di ogni individuo e stato portato a termine, in quanto riposare nella meravigliosa natura che Dio ci ha regalato, da un senso di liberta e di ritorno alle origini.

Purtroppo l’essere umano non tiene conto della magnificenza della natura che ci circonda, anche la Costituzione Italiana prevede di salvaguardarla, ma invece si cerca di distruggerla per scopi economici o scarso senso civico.

Sta a noi tutti, ma in particolar modo a voi politici e religiosi, cercare di far rispettare queste meraviglie, la bellezza di questo bene che Dio ci ha regalato, in modo che le future generazioni si trovino a vivere in un mondo pulito e in un ambiente sano, dove la salute dell’essere umano sia messa in primo piano, dove il senso di civiltà e di rispetto, sia la base su cui fondare una vita degna di chiamarsi tale.

La dispersioni delle ceneri non ha di per se nulla di anticristo, ma sorge il dubbio che oggi tale prassi, nel nostro particolare contesto culturale, possa esprimere una vaga religiosità naturalistica, cioè la credenza in un dio cosmico e impersonale, in questo caso e fortemente sconsigliata.

Il giorno 9 maggio 2009 all’interno del nostro Cimitero Monumentale, il Comune insieme agli associati della nostra Associazione, hanno inaugurato il Giardino delle Rimembranze o giardino del ricordo, che si conforma alle ultime normative in materia di dispersione, in particolare alla legge n.l30/2001; anche qui il Consiglio Direttivo ha avuto una parte determinante per la sua realizzazione.

Questa legge, autorizza la dispersione delle ceneri in aree dedicate all’interno dei cimiteri, ovvero in spazi dove i familiari disperdono le ceneri del proprio caro e dove possono ritrovarsi a pregare, a meditare e a ricordare in un luogo simbolico, che renda una memoria fisica della persona scomparsa.

Il nostro giardino delle Rimembranze e formiato da una vasca circolare di un diametro di circa 80 cm., all’interno della quale, delle pietre nere e bianche disegnando lo yin e lo yang.

Questo giardino e circondato da un perimetro di siepi ed e proprio li che la nostra Associazione, che io ho l’onore di rappresentare, sempre attiva verso l’Amministrazione, anche per tale costruzione, ha donato alla nostra Città due mosaici su disegno dell’artista perugino Rossano Cervini che ha voluto, pure Lui, donarci la sua opera.

Queste opere danno una visibilità più armonica e prestigiosa a quel luogo. (per questo atto di generosità vada all’artista Cervini un applauso di ringraziamento di tutta l’Assemblea.)

Questi mosaici rappresentano da un lato le più importanti religioni: Cristiana, Egiziana, Islamica, Ebraica e Tibetana, e dall’altro i tre elementi della natura, con incisa la seguente frase: “In questo luogo di pace, dove i raggi del sole scendono infecondi,” (questa frase apre il discorso, di Ariodante Fabretti, tenuto all’inaugurazione del Tempio Crematorio di Torino); io mi sono permesso di aggiungerci: “riposiamo nell’immensità dell’Universo.”

In questa frase e racchiuso Io spirito e la volontà di molti associati che desiderano riposare, uniti nell’immensità dell’universo, senza distinzioni di razze e di religioni, perche la realtà ultima e che siamo tutti fratelli, come Papa San Giovanni Paolo II nel lontano 1986 ha detto, in quell’incontro interreligioso unito a tutti i Capi Religiosi della terra, di fronte a milioni di fedeli, nella splendida coreografa della città di Assisi.

Prima convocazione della:
Società di Cremazione di Perugia

Maggio 1884

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Cremazione Perugia

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